Con una
settimana di ritardo, rispetto alla tradizionale data della terza domenica di
maggio, per evitare la concomitanza con la festa dell'Ausiliatrice, domenica 27
torna la festa di S. Nicola.
Il programma
dei festeggiamenti, concentrato in un'unica data, prevede alle ore 11 la S.
Messa, mentre nel pomeriggio, alle ore 17, la statua del Santo taumaturgo verrà
portata in processione, accompagnata dal Complesso Bandistico "S.
Martino" e dai fedeli, lungo via S. Lucia, via S. Domenico Savio, via S.
Caterina, via S. Camillo De Lellis e rientro in chiesa.
Alle ore 18
verrà celebrata la S. Messa, mentre alle ore 21 spazio alla musica con
l'Orchestra Banda Piazzolla, che proporrà tutti i suoi
più grandi successi.
Durante
l'intera giornata si terrà la Sagra del Dolce, giunta quest'anno alla 18'
edizione.
La
piccola cappella di S. Nicola della Meta sorge in bella posizione panoramica
che guarda verso il mare a nord-est di Vasto. Sconosciute le origini della
chiesa, le prime notizie risalgono al
1644 al tempo dello storico vastese Nicola Alfonso Viti.
Restaurata
nel 1875, dopo quasi quarant'anni di totale abbandono, per l'interessamento e
la devozione della famiglia Miscione, la chiesa fu inaugurata e benedetta, con
una solenne funzione sacra, con l'intervento delle autorità cittadine e
migliaia di persone accorse per l'occasione. Al termine della celebrazione, il
simulacro venne portato in processione in mare sopra le paranze.
A completare
l'opera di restauro, quattro anni dopo, venne realizzato, su disegno di Alfonso
Celano (l'autore del bozzetto del monumento a Gabriele Rossetti) una piccola
stanza annessa alla
cappella, per maggior comodità del sacerdote, che in questo modo si sarebbe potuto recare in chiesa anche nei mesi invernali. Nonostante la riapertura della chiesa, per circa trent'anni la processione in mare non venne più ripetuta.
cappella, per maggior comodità del sacerdote, che in questo modo si sarebbe potuto recare in chiesa anche nei mesi invernali. Nonostante la riapertura della chiesa, per circa trent'anni la processione in mare non venne più ripetuta.
Nel
1903, come sottolineato dal periodico localeIstonio,
si volle rinnovare la festa del primo anno e la statua del Santo, imbarcata nel
piccolo porticciolo detto della Meta, processionalmente, seguito dalle altre
barche, arrivò fino in direzione della
stazione di Vasto Marina, accolta da una folla immensa accorsa sull'arenile."Lo spettacolo era grandioso e
commovente", si leggevasulle
colonne del settimanale vastese,
"sotto il bel sole di maggio, il mare cullavasi lene lene, terso come uno
specchio, e le bilancelle, che formavano un gruppo pittoresco, solcavano l'onde
a vele spiegate, favorite dal vento che le faceva scorrere come sulla
superficie di un lago. Alla spiaggia, dove già trovavasi una folla immensa di
popolo, tutte le imbarcazioni si sono allineate e la statua del Santo è stata
deposta e poi consegnata ai marinai di tutte le paranzelle, i quali per turno dovevano
portarla processionalmente».
Altri
interventi di rilievo sulla chiesa, vennero effettuati nell'estate del 1959,
con il rifacimento del tetto, il prolungamento dell'abitazione di metri 2,30 e
lo spostamento del campanile, come lo si vede oggi, a spese del Genio Civile di
Chieti.
"La piccola
chiesa di S. Nicola anche oggi è lì, a guardia del mare", scriveva il
giornalista e storico vastese Alfonso Sautto negli anni '30, "ad essa volgono gli occhi i marinai quando
sulle loro fragili barche si allontanano dalla riva; il loro sguardo è
preghiera ardente al Santo che li protegga dalla tempesta in alto mare! Ogni
anno, quando la terra era tutta una primavera di fiori e di armonia, quando i
prati si coprivano di margheritine rosse e bianche, in un giorno di domenica la
statua di S. Nicola veniva portata per una settimana nella Cattedrale della
Città e, nella domenica successiva, dalla spiaggia della stazione ferroviaria,
e per mezzo delle barche da pesca, veniva ricondotta alla sua cappella".
Il giorno della festa nella piccola spianata era sempre piena di gente festante
tra grida "dei venditori della
fiera, i suoni dei fischietti e delle trombette dei bimbi, le mille voci
diverse della fiumana di popolo rendevano quel solitario luogo una bolgia
infernale".
Sicuramente
suggestiva, la processione in mare, a causa di difficoltà tecniche
organizzative ed anche per motivi di sicurezza, molte volte è saltata. Una
delle processioni rimaste memorabili è senz'altro quella del 1974, a causa
delle numerose polemiche che ne sono seguite.Il giorno della vigilia della
festa, la statua di San Nicola venne portata processionalmente fino a Vasto
Marina, per essere condotta all'interno della chiesa di Stella Maris per la
tradizionale benedizione alla statua del Santo. Ma i fedeli quella volta
trovarono un'amara sorpresa: la porta della chiesa rimase chiusa e non ci fu
verso per farla aprire. "Ci son
state proteste contro i frati", riportò il periodico Vasto Domani dell'epoca, "che hanno fatto sapere che a quell'ora si
doveva celebrare un matrimonio e non era quindi possibile, in coincidenza, fare
entrare i fedeli con la statua, in chiesa, per la benedizione. Reclami,
proteste, non hanno deposto bene per la serietà della spontanea, secolare,
suggestiva manifestazione religiosa in onore di S. Nicola".
Al Santo
Taumaturgo, il poeta vastese Luigi Anelli ha dedicato un bel sonetto pubblicato
nel 1892 nella raccolta "Fujj’ ammëšche"
A Sanda Nichêule
Si hîune si ni va a Sanda Nichêule,
väiteluparadëise sopr’aèlle:
Trìmete, Luciapänne e la Majelle,
e lu mare da Térmul’ a Vvignêule.
Sendeluquandedilacambagnêule,
chi vvapulennenghi la sarchiitelle;
dill’ urtulane la paisanelle
trummìnde chi št’ a ddà’ l’ acch’ ali rêule.
Ma a mmä mi piace cchiîpi’ la rraggiâune
ch’ aélle ci javame a ffa’ a pitrate
cand’ ala schêule si facé’ filâune.
Chëll’ ere timbe: senza hué’ ala cocce,
tî ti cridëiverëcchedivindate
si nu soldecambav’ ala saccocce!...
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