giovedì 12 aprile 2018

L’INSIGNE TOMISTA GIUSEPPE D'ANNUNZIO RICORDATO DA FERNANDO GALLUPPI

FERMANDO GALLUPPI GOCCE D'AMORE
DA UN'AUTOBIOGRAFIA LETTERARIA PER FAMILIARI E AMICI 
L’NSIGNE TOMISTA GIUSEPPE D'ANNUNZIO RICORDATO DA FERNANDO GALLUPPI

di Giuseppe Catania

Fernando Galluppi, scrittore di origine vastese, oratore di chiara espressività e annotatore delle vicende della nostra società, ha costantemente contribuito ad accrescere il patrimonio culturale della nostra terra interessandosi a problemi di dottrina e di scienza, collaborando a giornali e riviste di diffusione nazionale.

Qui egli si presenta con un volume originale che è stato presentato anche a Vasto, all'auditorium del Centro Servizi Culturali, dedicato alla figura e all'opera di un geniale ed insigne umanista, teologo profondo, Don Giuseppe D'Annunzio. Questi fu coetaneo di Cesare de Titta ed entrambi accentrarono l'attenzione e l'interesse degli intellettuali, degli storici, degli studiosi della dottrina ecclesiale d'Abruzzo, tra la fine dell' '800 e la prima metà del '900.

La monografia che Fernando Galluppi ha scritto sul casalanguidese Don Giuseppe D'Annunzio, è chiaramente intesa come lettura inedita del personaggio, proprio attraverso non solo la esposizione cronologica ed episodistica, bensì soprattutto le riproduzioni fotografiche di notevole interesse anche sotto il profilo del costume e del folclore tipico dell'epoca. Attraverso testimonianze culturali affiorano nel libro elevati accenti umanistici che furono propri del personaggio commentato, vissuto in un momento di massimo splendore intellettuale in Abruzzo. E oltre alla passione ed all'amore verso il compaesano illustre, Fernando Galluppi ha ispirato il suo libro alla universalità del sapere di Don Giuseppe D'Annunzio, non fosse altro che per offrire un contributo concreto alla ricerca ed al confronto storico-culturale della nostra terra.

La cultura letteraria abruzzese si arricchisce, dunque, di una nuova perla che costituisce altresì un valido contributo alla conoscenza ulteriore del patrimonio storico proprio di una parte della nostra terra. Attraverso la lettura del volume di Fernando Galluppi, infatti, affiorano aspetti spes--o inediti che fanno parte della memoria in atti e documenti preziosissimi sommersi nella polvere del tempo, sapientemente rispolverati e opportunamente collocati in un contesto intellettuale attorno al quale ruotano interessi e fermenti ancora vivi in quel dinamismo culturale di cui Don Giuseppe D'Annunzio, Cesare De Titta, Costantino Barbella, Francesco Paolo Tosti, furono i poli d'attrazione dell'epoca. Fernando Galluppi, animato da intenti umanistici - come ha rilevato l'Avv. Antonio Fanghella per l'Associazione Giuristi Cattolici d'Abruzzo — ha voluto porre l'accento su quel fermento intellettuale che caratterizzava questo angolo d'Abruzzo, tanto che Giovanni Gentile definiva Giuseppe D'Annunzio e Cesare De Titta "suoi consiglieri", tanta era la profondità di pensiero di quelle personalità.

All' oratoria di Don Salvatore Pepe ed al senso di indagine critica, minuziosa, soprattutto volta a cogliere l'essenzialità del volume del Galluppi, è stata affidata l'esegesi dell'opera dal contenuto ricco di riferimenti utili a sostenere l'intento dell'autore odia realizzazione di una biografia che si dilata in mille direzioni, con senso organico, ordinato e lineare. Una biografia che pone l'uomo, Giuseppe D'Annunzio, ricco di personalità intellettuale, di profonda cultura e dottrina, di umanesimo e pietà, vera culla che caratterizzarono momenti delicati e determinanti, ma che videro il saggio sempre coerente con la propria tede. "Mi sono immedesimato nel personaggio", rileva Galluppi. La patria paterna in Don Giuseppe D'Annunzio si fa coerente, carica di riflessioni di fede che raggiungono il senso della promozione umana: sorge un nuovo umanesimo che è effettivo amore verso l'uomo. Una grande personalità, dunque, mai scoperta finora, che si esalta per taluni aspetti peculiari. 

L'Abruzzo dispone di uomini già consegnati alla storia, ma quanti altri, viene da osservare, non appartengono ancora alla storia più autentica dell'Abruzzo. Quella di Giuseppe D'Annunzio è una vita ripiena di grande "abruzzesità" riscontrabile in ogni documentazione che evidenzia la splendida figura del personaggio di Chiesa che ha sempre anelato di rientrare nella patria di origine. Ma egli fu anche un grande esempio di sacerdozio cattolico che ha dato un contributo sensibile alla storia, come educatore e pensatore. 

Don Giuseppe D'Annunzio ciò che non ha fatto a Roma lo ha fatto per il suo Abruzzo, per la sua terra, gettando il seme di quella fecondità spirituale germogliata nella istituzione del Seminario Regionale, la prima del genere in Italia. Attorno a Don Giuseppe D'Annunzio si raccolsero i migliori pensieri della cultura cattolica d'Abruzzo e la maniera con cui insegnava ai giovani costituisce oggi quell'appendice di testimonianza palpitante e viva sotto il capitolo "Gocce d'amore", sì da renderlo ancora un personaggio attuale da scoprire attraverso una più approfondita indagine della sua opera umanitaria. 

Quella stessa che ha colpito il collega giornalista Bruno Romani, autore di quella premessa al volume che è anche un compendio d'amore verso un personaggio che, alla lettura dell'opera del Galluppi, prende via via corposità, fino a divenire fulgido retaggio di tradizione di vita e di pensiero. 

Elementi che appartengono ad una spiritualità ancora viva, quella del teologo D'Annunzio, che amava un fluido denso di attualità espressiva, quella che ha conquistato l'autore del libro e che, certamente, per là vibrazione con cui la lettura ti scuote, spinge ad immergersi in un bagno di purificazione spirituale. Tutto questo ci vien da dire del libro di Fernando Galluppi al quale attribuiamo il merito di aver collocato un prezioso tassello di quel mosaico che auguriamo venga composto per rinverdire la memoria di tanti personaggi che con le loro opere e le loro personalità arricchiscono il patrimonio storico e letterario della nostra terra.

Giuseppe Catania

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