sabato 14 aprile 2018

La Croce di Montevecchio venne eretta il 14 aprile 1935


La Croce di Montevecchio oggi
 di Lino Spadaccini

Il 14 aprile 1935, durante la Settimana Santa, i Padri Cappuccini della parrocchia di Stella Maris eressero una croce di legno sul colle di Montevecchio in ricordo dell’Anno Santo
1933-34, per il 19° centenario della morte di Cristo, esteso successivamente, per il 1934-35, a tutto il mondo.

Per la realizzazione della croce il prof. Nicola Castelli di Carunchio donò il legname di quercia mentre la lavorazione fu affidata al maestro Nicola Berghella di S.Vito.
La Croce fu portata processionalmente a Montevecchio accompagnata da padre Ludovico, Padre Serafino, frate Felice e una gran folla di fedeli, e issata su un basamento in muratura realizzata dalla S.A. "L'Anonima Strade" di Roma.
Così riportava la notizia il quotidiano Il Messaggero in data 20 aprile 1935: "Sul colle di Montevecchio in Vasto dominante la spiaggia, si è innalzata la colossale croce in legno di quercia alta m. 9 che si vede dal mare e dai paesi vicini a occhio nudo, contornata da folti oliveti. Il pio desiderio dei Padri Cappuccini della parrocchia Stella Maris e della cittadinanza vastese è stato compiuto con una solenne cerimonia verso il tramonto di domenica con un concorso di popolo devoto e con la gioia di vedere realizzato il sogno da tanto tempo sognato. Il corteo imponente si è mosso dalla parrocchia di Stella Maris con i padri ed è salito cantando gli Inni della Croce sulla sommità del colle ameno. Giunti ai piedi del Santo legno, dopo le orazioni di rito, il parroco ha sparso l'acqua benedetta sul tronco e, tra i soavi profumi dell'incenso, dichiarava solennemente inaugurato il simbolo della Fede di Cristo. L'oratore sacro, che tenne il pergamo per tre giorni in preparazione del religioso evento, il cappuccino padre Angelico, è salito quindi sul poggio improvvisato ai piedi della Croce e, dopo la lettura della copia della pergamena precedentemente murata nella base, ha ricordato i benefattori che contribuirono alla spesa ed ha ringraziato il popolo che con tanta fede ha contribuito finanziariamente e moralmente all'edificazione di tanto prezioso monumento a ricordo del Giubileo, indetto al mondo intero, dell'umana Redenzione."
Sulla base venne murata la seguente iscrizione:
I.M. I. F.
AVE CRUX SPES UNICA
XIX CENTENARIO DI NOSTRA REDENZIONE
ESTESO AL MONDO INTERO
I PADRI MINORI CAPPUCCINI
DELLA PARROCCHIA DI STELLA MARIS
COL CONCORSO DI FEDELI
ERESSERO
MCMXXXIV – MCMXXXV
Soggetta per tanti anni alle intemperie, nel corso degli anni la croce andò sempre più deteriorandosi.
Per iniziativa e volontà del compianto comm. Silvio Peroro, Presidente dell’Associazione Pro Emigranti Abruzzesi, si pensò di costruire una nuova Croce per dedicarla a tutti i vastesi e abruzzesi sparsi nel mondo come "speranza di vita e vessillo di riconoscenza a quanti abruzzesi e vastesi non fecero ritorno nell’amata terra natia".
Il 22 agosto 1991, con una breve cerimonia, alla presenza del Ministro Remo Gaspari, dell’Arcivescovo Mons. Antonio Valentini e del Sindaco di Vasto Antonio Prospero, si pose la prima pietra per l’erezione del nuovo monumento. "Ieri sera, nel corso di una solenne cerimonia", si leggeva sulle pagine del quotidiano  Il Centro, "l’arcivescovo Antonio Valentini ha posto sul colle di Montevecchio che domina il golfo, la prima pietra di una realizzazione in vetro e ferro battuto dedicata a tutti gli emigranti scomparsi lontano dalla loro terra", e precisava, "L’opera, una grande croce alta 14,5 metri sarà realizzata in parte dai fabbri artigiani di Guardiagrele, che faranno la base e l’ossatura sulla quale si ergeranno cristalli luminosi e colorati realizzati dalla Società Italiana Vetro". Queste invece le parole del Comm. Silvio Petroro, riportate dal cronista: "Si è dovuto partire per trovare fortuna e chi non è più tornato a casa va ricordato con questo omaggio che definirei doveroso. Per questo mi sono battuto per anni per riuscire a realizzare questa struttura. Ora sono finalmente soddisfatto".
L’inaugurazione e la benedizione della Croce avvenne il 1° agosto del 1993 alla presenza del neo-eletto sindaco Giuseppe Tagliente, delle autorità civili e militari e di tantissima gente accorsa per l’evento.


Nel 2004 la croce è stato nuovamente modificata: i delicati vetri policromi hanno lasciato il posto ad una bella decorazione in acciaio con l'immagine del Cristo e la frase "Signore proteggi noi e i nostri fratelli".
Chiudiamo con una bella poesia di Osvaldo Santoro dal titolo Mundevicchje, pubblicata nel volume Semi di Parole e Voci Antiche (Il Torcoliere 2015):

Štéve na cràuce 'n cëime a Mundevicchje,
'mèzze a lu guolfe de lu Vuašte mé:
c'è štate mâsse da le cappuccëine;
Vènnardë Ssante de lu trèndatrà.
Pe canda vinte che l'accarezzate,
nche tanta primavére e 'state, andanne,
cchjì n'èddre e ttante che l'à rusciucuate,
nche nàive e grannele, j'à fatte danne
ch'è štate furte assà: pe cquasse mé
l'ome cagnate (n'ze putà 'ggiušta?).
Ce l'alome masse de ferre. Hué!
Nche grëita culluréte? E ch'éma fa?
Se pènze ma n'ze dëice: "Ére cchiù bèlle
canda la cràuce j'ére de legname."
Scë le sapàime ere cchiù puvurèlle,
ma de lu pòpele: j'arecurduame.
La crocia vicchje da lu trendatrà
à resestìute cchjì de sessant'ânne,
ca vëste pìure vuèrre e cannunuate,
metrajje e arioplane, senza danne.
Munece e pajiséne arengrazianne
che c-i-à penzate a màccele, da 'ndanne:
ma, titte cagne e titte se fa vicchje
pìure le bbille crìuce a Mundevicchje!

















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