mercoledì 14 marzo 2018

Dal taccuino di Angelo Del Moro: DOVE FINISCE IN ITALIA UNO STRANIERO NON IN REGOLA

DOVE FINISCE IN ITALIA UNO STRANIERO NON IN REGOLA 
di Angelo Del Moro

L'uomo della strada, non i nostri governanti, si chiede se esiste in proposito, un vero decreto, una vera norma che serva ad individuare l'Ufficio finale cui è demandato l'obbligo di istruire la pratica di espulsione di uno straniero non in regola: lo diciamo in relazione all'efferato delitto della ragazza, Pamela Mastropietro, avvenuta di recente a Macerata. Nulla, assolutamente. Ordinaria amministrazione, come se si fosse trattato di una semplice pratica amministrativa. Sì, un semplice fatto burocratico, molto burocratico. In Italia le cose
funzionano così: è l'Italia dell'accoglienza del "venghino, venghino, c'è un posto anche per te.. " dove esistono i rapimenti, non le espulsioni. I respingimenti possono essere disposti alla frontiera e quindi dalla Polizia che controlla il valico, o differiti ad opera del questore. Mentre alle espulsioni provvede il Ministro dell'Interno per motivi di ordine pubblico o di sicurezza. Oppure ci pensa il prefetto per ragioni analoghe o perché è straniero, soggiorna irregolarmente in Italia o in esecuzione di una decisione presa da un altro Stato UE, ma può essere anche un magistrato a decretare l'espulsione, al posto di una pena detentiva o di un'ammenda. E' un sistema che non sta né in cielo né in terra ? Sì, pensiamo alla burocrazia dell'Italia, unica al mondo. Un vero primato. 

Poi c'è lo stratosferico debito pubblico, ormai alla soglia della rottura degli argini. Del resto la legge consente al questore di spedire lo straniero nel Cie per un massimo di 18 mesi e se ciò non può essere fatto o se il periodo scade senza che niente sia accaduto, l'irregolare è rilasciato con l'ordine di abbandonare il territorio italiano entro 7 giorni ma spesso finisce con l'immigrato che se ne frega e resta qui. La pratica di espulsione ha imboccato la strada, infinita, della pratica scomparsa. 
E' al Viminale ? Alla Prefettura? Negli uffici dei Magistrati? E come e perché non è stato eseguito l'obbligo d'identificazione del responsabile, nome e cognome, e perché costui non viene chiamato a rispondere davanti a un Tribunale, presieduto da un giudice, non buonista ma veramente obiettivo? Silenzio di tomba. Fino alla resurrezione dei morti.

Vasto, 24.02.2018

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