giovedì 27 giugno 2019

DEVOZIONE MARIANA DELLA GENTE DI VASTO

Fede e devozione alla Madonna: il ricordo dell'Anno Santo del 1954 e della Peregrinatio Mariae. Gli intensi momenti celebrativi all'Incoronata. L'amore per Stella Maris. 


di GIUSEPPE CATANIA
 Nel 1954, anno Santo, Vasto e la sua popolazione volle esprimere un tangibile segno di fervida fede
cristiana e di amore alla Madonna, con un atto di filiale devozione. 
In data 8 dicembre 1954, con totale partecipazione del popolo, venne celebrato l'atto di consacrazione alla Madonna della Chiesa Cattedrale Parrocchia di San Giuseppe, verso la Madre Celeste. Tutti i cuori dei vastesi batterono all'unisono mentre la fiamma della passionalità mariana divampò fino ad infiammare gli animi in uno slancio di mistica invocazione verso colei che dall'alto guarda con occhi benigni i suoi devoti.
Il culto «mariano» a Vasto trovava ulteriore conferma attraverso i secoli ed i vastesi non mancarono a questo nuovo appuntamento in un clima di rinnovamento e di conversione i cui segni sono profondamente radicati nella nostra gente che di sovente accentua il naturale trasporto d'amore e di devozione all'Immacolata. Madre del Divino Redentore.

Peregrinatio Mariae del 1955
Nel 1955 a Vasto si registrò un eccezionale risveglio di fede e devozione alla Madonna, in occasione della «Peregrinatio Mariae» ad iniziativa della comunità Parrocchiale della Cattedrale di San Giuseppe.

La statua della Madonna uscita dal Tempio venne portata in solenne processione luogo le strade della Città ed a turno venne poi ospitata in casa da molte famiglie, a testimoniare la vocazione di intensa fedeltà alla Madre Celeste, per un naturale slancio e per un fervido ritorno a Maria, quale mezzo di rinnovamento della spiritualità Mariana di cui i Vastesi da secoli continuano ad offrire fulgidi esempi. Memorabile la «riscoperta» vocazionale del «Marialis cultus» legata indissolubilmente al Vangelo.

Il recupero della fedeltà a Maria che sottolinea ulteriormente l'emblema dell'anno Mariano, è perciò motivo di ulteriore conferma dello slancio che i Vastesi da sempre dimostrano per la Vergine, finalizzato al centralismo del Cristo, in quanto la Madonna è mediatrice di Grazie.

La «Peregrinatio Mariae» del 1955 fu, peraltro, sottolineata, oltre che dal rinnovamento del culto, attraverso intense preghiere collettive ed in seno alle famiglie, durante la permanenza della Statua della Vergine ospite nelle case del quartiere, dalla posa, in alcuni edifici di Vasto, di edicole votive Mariane, per testimoniare che l'immagine della Madonna, simbolo di più intensa spiritualità e dedizione, è stata ospitata in quella famiglia, quale autentica manifestazione di fede e di ineguagliabile motivo ed elemento purificatore per la collettività.

Oggi quelle edicole votive sono un segno indelebile della presenza di Maria che, nel 250° della Chiesa della Madonna dell'Incoronata a Vasto, e nel clima particolare della devozione a Maria, assumono un valore molto più alto, anticipatore quasi, di quell'attuale risveglio per un più intenso movimento la cui meta, che è il «ritorno a Maria» è l'obiettivo essenziale che ognuno anela per la sicura salvezza dell'anima.

A ricordo della posa della «edicola votiva», nell'edificio di proprietà Miscione a Via Pampani, il 16 novembre 1955, Giuseppe Catania compose questa poesia (pubblicata su «Histonium»), dedicata alla Madonnina.

ALLA MADONNINA DI VIA PAMPANI

Soave Immagin della Madonnina,
Via Pampani, quest'oggi radunata
Tutta T'onora, ed a Te vicina,
al Cielo volge lodi, o Immacolata.

Divina Genitrice del Signore,
la nostra via proteggi dal peccato,
e lungi fa che resti ogni dolore,
pace donando al cor del tribolato.

Il viandante che fa questa via,
la dolce aureola del Paradiso
scorge nel Volto, se l'immagin mira,
e sosta a recitar l'AVE MARIA.

Tristezza fugge allor in ogni viso,

e l’alma dolcemente in cor sospira

nel mormorare: Madonnina Mia. 





250° anniversario della Madonna Incoronata di Vasto
Si è festeggiato nel 1988 il 250° anniversario del Santuario della Madonna Incoronata di Vasto. Una data memorabile dal significato profondo, per testimoniare la fervida fede del popolo vastese, nell'anno dedicato a Maria, ed anche per rinnovare la spiritualità che attraverso i secoli ha animato la fiaccola della devozione verso la Regina del Cielo.

Il culto dell'Incoronata si perde nella memoria dei secoli e si vuole che sia derivato dal fatto che i fedeli compiono ed ancora oggi compiono, a San Michele del Gargano e a San Nicola di Bari, pellegrinaggi in terra di Puglia.
Anche Vasto, infatti, ebbe la sua statua che era custodita nella Chiesa di San Pietro Apostolo, ai primi del XVIII secolo, adorna di ex voto per grazie ricevute, senza un proprio altare.
La miracolosa statua, nel 1738, venne portata in solenne processione, attraverso la città, per invocare la pioggia, a sollievo della siccità.
La folla dei fedeli penitenti si fermò in località San Martino, ove era una cappella dedicata al Santo (eretta intorno al 1544), perché colta dalla sospirata pioggia. Si decise di edificare un altare dentro la cappella di San Martino per ospitarvi la statua della Madonna Incoronata. Col trascorrere degli anni, venuto ad accrescersi il pellegrinaggio dei devoti, la cappella venne ampliata e, fra il 1742 e il 1781, venne aggiunto alla Chiesa un convento di Frati Mendicanti, per recare aiuto spirituale alle popolazioni del contado, fino a che prese forma di Santuario. Nel 1860 i coniugi Antonio Celano e Giovannina Mayo costruirono, a loro spese, il Convento dell'Incoronata, in memoria della loro figlia che vi era stata sepolta ['anno prima. Il 16 settembre 1860 il rev. Padre Giuseppe Maria da Chieti, ex Provinciale dei Minori Cappuccini, quale rappresentante della Provincia Monastica di S. Bernardino degli Abruzzi, ne ricevette la consegna.

Il progetto del Convento dell'Incoronata fu disegnato dal Padre Francesco Saverio da Lanciano e si estendeva, con il chiostro, fino alla strada “Nazionale Adriatica” (allora la SS16 passava in via Incoronata ndr), ma venne realizzato solo in parte, cioè un'ala con il coro, dietro al quale venne adattato un altare ornato di pitture su tela che appartenevano all'antica chiesa dei Cappuccini, fondata nel 1581. Sull'altare, in mezzo ai quadri del trittico inferiore, venne adattata una nicchia per accogliere la statua della Madonna. Nel 1919 venne collocato un tempietto maestoso per la SS. Incoronata e, su disegni dell'arch. Francesco Benedetti, venne completata la chiesa a forma di Croce Greca, con aggiunta di piccole cappelle, sia per simmetria che per maggiore ampiezza. La facciata in stile toscano e ionico ha consentito di utilizzare un porticato ed adattarvi una Cantoria.
Nel 1938 i Padri Cappuccini di Vasto celebrarono il 2° Centenario di Maria SS. Incoronata con grande concorso di fedeli e risonanza mondiale di echi ed adesioni. Il 20 maggio 1963 ignoti ladri, profanando il Tempio, si impadronirono, con mani sacrileghe, del diadema della Madonna, devastando anche l'abito d'argento lavorato e tempestato di pietre preziose. Ma l'amore dei fedeli, la generosità dei benefattori, la preziosa attività dei padri Cappuccini del Santuario, soprattutto l'opera di persuasione e di considerazione del Padre Guardiano Gaetano Piccirilli, consentirono di donare alla Madonna dell'Incoronata un nuovo e più splendente diadema. la realizzazione della corona venne affidata alla sapiente maestria dell'orafo romano Goffredo Ledere, che la disegnò e fuse in oro, incastonandovi rubini, zaffiri, perle e preziosi, il cui valore, nel 1964, ammontò a oltre due milioni di lire.

Dal 24 al 31 maggio 1964 i Padri Cappuccini dell'Incoronata decretarono una «Settimana Mariana» culminata con il sacro rito dell'incoronazione della Statua della Vergine in Corso Nuova Italia, la cui cerimonia venne presieduta dal Cardinale Gregorio Pietro Agagianian. (FOTO)



Intervennero per la preparazione spirituale e per recare il loro pensiero «mariano», Mons. Giovanni Proni, Vescovo di Termoli, Mons. Antonio lannucci, Vescovo di Pescara. Mons. Benedetto Falcucci. Mons. Giovan Battista Bosio. allora Arcivescovo di Chieti e Vasto, Padre Antonio da Serramonacesca, Provinciale dei Cappuccini d'Abruzzo. In una indimenticabile atmosfera di tripudio e di fede, di esultanza cristiana, la Vasto Cattolica volle solennizzare, con partecipazione e slancio veramente eccezionale, la cerimonia dell'incoronazione della Statua della Madonna, con fervido e purissimo amore filiale, a testimonianza della ultrasecolare fedeltà alla Celeste Imperatrice. Una giornata che è rimasta scolpita nel ricordo della popolazione di Vasto per l'alto privilegio concesso dal Santo Padre, Papa Paolo VI, di inviare a Vasto il Cardinale Gregorio Pietro Agagianian, per solennizzare la festa e per recare la speciale Benedizione Apostolica.
Il principe della Chiesa giunse a Vasto nella mattinata dal 31 maggio acclamato da strabocchevole folla di popolo esultante. Una scorta militare dei Carabinieri in uniforme da parata gli rese gli onori, mentre il sindaco della Città, Avv. Silvio Ciccarone e l'Arcivescovo di Chieti e Vasto, Mons. Giovan Battista Bosio pronunciarono il saluto. S. Eminenza il Cardinale Agagianian raggiunse la Chiesa Cattedrale di San Giuseppe per celebrare la S. Messa Prelatizia. Nel pomeriggio, lungo il corso Nuova Italia, su di un palco appositamente eretto, venne celebrata la S. Messa e la statua della Madonna, muovendo dalla Cattedrale, giunse per essere incoronata. Il rito venne officiato dal Cardinale dopo la lettura del decreto del Capitolo Vaticano. Indi venne data lettura del la consacrazione di Vasto alla Madonna dell'Incoronata. dal sindaco della Città. «La corona che simboleggia l'oro dei nostri cuori — ha dichiarato il Cardinale Agagianian illustrando il significato spirituale nel culto della tradizione della religione cristiana — è offerta alla Santa Vergine e deve essere ogni giorno rinnovata da ognuno di noi con doni che partono dai nostri cuori». Rammentando poi che la corona più gradita per una abbondanza di salutari frutti, nella rinnovazione intima dei cuori, sia la frequente operosità del SS. Rosario, il Cardinale Agagianian ha impartito la Benedizione speciale che il Santo Padre si è degnato di concedere per la particolare ricorrenza. Cosi Vasto ha voluto dimostrare l'omaggio della più profonda venerazione, confessando solennemente il dovere di prestare alla Madonna la propria sudditanza riconoscendola quale sua amatissima Regina. Ed è con questo rinnovato spirito di devozione che il popolo vastese usa raccogliersi attorno al vetusto simulacro taumaturgico della Madonna dell'Incoronata, nella commemorazione veramente degna della tradizionale fede della Città del Vasto. 

I padri Cappuccini dell'Incoronata di Vasto hanno voluto commemorare solennemente il 250° anniversario della fondazione del Santuario di Maria Santissima Incoronata (1738-1988), con una manifestazione « mariana-cittadina ». 
Una settimana di intensa preparazione spirituale ha preceduto la solenne Concelebrazione Eucaristica- Mariana, in piazza Lucio Valerio Pudente, avvenuta il 23 aprile 1988. A presiederla Sua Eminenza il Cardinale Francis Arinze, FOTO,  Presidente del Segretariato dei non Cristiani, tra un mare di folla trepidante e festosa per questo avvenimento che ha segnato una ulteriore tappa nel luminoso cammino che Vasto compie nel solco della tradizione di devozione e di fede alla Madre Celeste. 

Quello del Santuario della Madonna dell'Incoronata di Vasto rappresenta un prezioso giacimento di cultura e di arte che merita di essere svelato ed interpretato nel suo intrinseco valore, quale inestimabile patrimonio storico, religioso, artistico e sociologico. È proprio attraverso le immagini dipinte sulle tavolette votive che si scopre il fervore profondo di fede nel rinnovato culto verso la Madonna, quale documento eloquente anche delle tradizioni popolari e folcloristiche legate alla vita della nostra gente. 
L'elemento essenziale che caratterizza gli ex voto è quello intensamente religioso, attraverso cui, però, è agevole anche scorgere una ricchissima notazione degli eventi umani, degli usi e dei costumi del popolo, delle condizioni sociali proprie di una tipica civiltà. I soggetti rappresentati traggono spunto da malattie, investimenti, infortuni, salvataggi da sicuro naufragio, ed i dipinti sono molto belli, anche se talvolta rivelano una chiara ingenuità interpretativa ed uno stile «naif» nella composizione scenografica; i colori suggestivi e le figure aggraziate. Quella del Santuario della Madonna dell'Incoronata di Vasto è una collezione di ex voto pittorici di notevole importanza che merita una più ampia rivalutazione quale prezioso patrimonio della iconografia a soggetto sacro dove, però, è rappresentata una ampia rassegna di «disgrazie» cui è soggetto il genere umano proteso, tuttavia, a richiede re sempre l'aiuto della Madonna, invocandone la grazia della guarigione e della salvezza. L'ex voto nella sua elementare espressione iconografica esprime, attraverso la dedica pittoresca, il significato della «grazia ricevuta» per intercessione dell'aiuto celeste, ed è proprio questo particolare che l'aspetto scenografico della tavoletta votiva intende evidenziare destinandolo a perpetuarne la memoria, quale segno, profondamente carico di fede, di cui si circonda per il privilegio ottenuto. Traspare, infatti, nella composizione pittorica, l'accento marcatamente spirituale dell'opera d'arte che è, altresì, un ulteriore motivo di pregio intrinseco del fenomeno delle tavolette votive, inserito in quel filone tipico della cultura e della storia del culto della Madonna, attraverso cui è possibile anche trarre elemento di ulteriore preziosità. La tavoletta votiva, peraltro, esprime un singolare aspetto di un momento particolare, personale, irripetibile, che non può essere ceduto o paragonato come qualsiasi opera di pittura, perché ha una sua ben precisa destinazione: voto per grazia ricevuta, avulso da qualsiasi mecenatismo che ne garantisca la sopravvivenza, ovvero al di fuori dalla sfera dei mercanti d'arte che, attraverso le esposizioni in gallerie ne ingigantiscono il valore quale mercé di scambio. L'ex voto è un'opera d'arte eseguita per essere collocata nella sede del culto della Madonna per far parte integrante di quella espressione che si identifica nella devozione dei fedeli. È l'identificazione, quindi, dell'immagine come documento descritto di un aspetto esteriore che ha il fine di interpretare un momento « rivelazione» in cui è venuto a trovarsi il soggetto, per far si che la rappresentazione diventi sorgente emozionale e spirituale della realtà. Si tratta di un preminente momento mistico che racchiude un preciso messaggio spirituale, oltre a rappresentare una concezione di rito tutta particolare tradotta mediante l'ex voto «per grazia ricevuta», come testimonianza di fedeltà alla vita, quale elemento anche di cultura del nostro popolo profondamente radicato negli affetti della grazia mediante la preghiera piena di fervore, intinta nella raffigurazione della tavoletta votiva; vuole essere, soprattutto, anche se con tratti semplici, ma egualmente suggestivi, l'espressione più qualificante del cosiddetto «miracolo dipinto » da tramandare, sotto forma documentale, alla posterità per sollecitare l'interesse e l'attenzione. Perché, alla base della concezione umana c'è sempre la propensione all'intercessione della Madre di Dio. l'invocazione dell'intervento soprannaturale che regola la nostra esistenza su questa terra i cui frutti spirituali possono essere raccolti da chi sa intensamente mantenere viva nel proprio cuore l'inestinguibile fiamma della venerazione e filiale devozione alla Madonna, dedicandola i sospiri e le speranze dell'animo. 

Non a caso la «riscoperta» degli ex voto custoditi nel Santuario della Madonna Incoronata di Vasto avviene nel 250° anniversario della Chiesa dedicata alla Vergine, un tempo rurale cappella votiva intitolata a San Martino, nella luce dell'anno Mariano, che, insieme costituisce un evento di grande portata, proprio per onorare nel modo giusto la Madonna, che è anche finalità giusta del ruolo che svolge il Santuario di Vasto. 
Un ruolo missionario per vocazione, proteso a promuovere opere di fede e di carità da inserire, quali edificanti templi di elevazione dalla povertà in cui la moderna società si dibatte nella illusoria ricchezza alimentata dallo sfrenato consumismo. Un ruolo sorretto da iniziative spirituali tanto necessarie al nostro tempo che proprio dalla pietà popolare attende ampie sollecitazioni per un più incisivo recupero dal materialismo. Un ruolo che contribuisce efficacemente al più intenso risveglio della fede e della preghiera. Ed è auspicabile che, attraverso un più accurato esame delle opere e delle immagini che costituiscono gli ex voto, cosi caratteristiche e significative, possa risvegliarsi un più intenso amore verso la Madonna per il completo rinnovamento cristiano del popolo.

Stella Maris 





II nome della Madonna, nella tradizione cristiana, ha assunto innumerevoli appellativi per esaltarne e solennizzarne la grande luce che la Vergine Immacolata spande sul mondo. Lucis Creator Optime. La Madonna è «Fonte della nostra Gioia». «Splendore di Grazia», «Porta del Ciclo». «Stella del Mattino», attributi questi che, insieme agli altri sono usati per invocare la Mamma del Redentore. La Madonna è chiamata anche «Stella del Mare». Nella concezione popolare si preferisce identificare la Vergine Madre ad un astro «Lucis Creator Optime» che influisce a placare le furie del mare e allontanare le luttuose e tragiche burrascose conseguenze dei flutti. Nella devozione dei fedeli è sempre presente la speranza che l'intercessione della Mamma celeste «Stella del Mare» sia l'unica salvezza e fonte di carità per i naviganti e sincero rifugio al mare tempestoso. A Vasto Marina, località balneare, è la Chiesa intitolata a «Stella Maris»., quale dedica alla celeste guida verso la felicità, soprattutto della gente di mare. Ed infatti, i marinai di Vasto sono soliti, nell'intraprendere la via del mare, o che ne facciano ritorno, prima di mettersi a letto, rivolgere le loro preghiere a Gesù, Maria, ringraziando i Santi, il Sole, la Luna e le Stelle, in segno propiziatorio, terminando l'invocazione alla Madonna «Stella del Mare». 
GIUSEPPE CATANIA

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